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News

Arricchimento ambientale

4 Giugno 2017

Terraristica 2.0: l’arricchimento ambientale

a cura di Giulia Raissa Agnolon

“I tentativi di tenere in condizioni innaturali animali molto sensibili trovano giustificazione solo nella ricerca scientifica, e se intrapresi a scopo puramente dilettantesco hanno sempre un qualcosa di dubbio dal punto di vista morale. Anche la persona più esperta, prima di prendersi in casa un organismo molto delicato, dovrebbe tener presente non solo la legge scritta, ma anche quella legge non scritta, assai più severa, che esige che agli animali in cattività non manchi nulla del necessario al loro benessere fisico e psichico.”

Lo scrisse Konrad Lorenz nel 1967. Non c’è nulla di più attuale.

Padre fondatore dell’etologia moderna, scopritore ed elaboratore del concetto di “imprinting”, ma prima ancora amante degli animali. Lorenz ha allevato (per passione e per studio) animali di ogni genere, cominciando negli anni ’30, periodo in cui nulla si sapeva sulle tecniche di allevamento, ma una cosa era già certa: in condizioni di cattività gli animali vengono privati di molto e sono limitati nei loro comportamenti, motivo per cui è dovere di chi li alleva tenerli nel miglior modo possibile, o non tenerli affatto.

Questo dovrebbe essere il principio alla base di una terraristica più consapevole, che porti a risultati concreti e che possa distinguersi dal semplice collezionismo. Troppo spesso, invece, tendiamo a fornire stabulazioni minimaliste, garantendo il minimo indispensabile, secondo un approccio quasi “imprenditoriale” che punta ad ottenere la massima resa con la minima spesa. Attualmente, tramite il controllo e la manipolazione di parametri essenziali si garantisce all’animale un benessere minimo per la riproduzione, ma lo si priva di altri tipi di benessere. In realtà gli animali necessiterebbero di più, in quanto sono ben più complessi di come vogliamo vederli. Stiamo scoprendo che rettili e anfibi hanno capacità cognitive e comportamenti inaspettati, che però mostrano solo se adeguatamente stimolati. Per poterne osservare alcuni dobbiamo creare un ambiente arricchito e stimolante allo scopo di incoraggiare il naturale comportamento degli esemplari ed il loro benessere psicofisico. Purtroppo si continua a ignorare che tutti gli animali, anfibi e rettili compresi, possono soffrire se privati della naturalità dell’ambiente in cui vivono e, per questo, la scelta di un habitat ricco è più legata al gusto estetico dell’allevatore che a criteri scientifici. Inoltre l’opinione diffusa che un ambiente asettico sia più sicuro e salubre per l’animale (ma anche più comodo per l’allevatore) fa propendere per questa soluzione perché ritenuta un’alternativa qualitativamente valida e del tutto equivalente, se non migliore, di quella dell’ambiente arricchito. E’ in realtà sbagliato concepire l’habitat di una specie solo dal punto di vista di parametri come temperatura e umidità, dimenticando che l’ecosistema naturale è composto da una moltitudine di fattori biotici e abiotici fondamentali, a partire dalla struttura litologica e dalla caratterizzazione idrologica, fino alla componente vegetazionale e, dulcis in fundo, la comunità animale. Sono questi tutti gli elementi che vanno a creare l’ambiente in cui una specie vive e in cui ha determinate abitudini e comportamenti, totalmente dipendenti da questa struttura naturale. Questo è quello che gli animali hanno in natura, quello a cui si sono adattati e per cui si sono specializzati, ed è esattamente ciò che dovremmo fornire in un terrario.

Maschio di Lygodactylus williamsi, in terrario biotopo, Giulia Raissa Agnolon.

È bene notare che la maggior parte delle malattie che colpiscono anfibi e rettili in cattività sono causate da inadeguate condizioni di mantenimento; gli animali che non hanno un ambiente appropriato sono maggiormente sensibili allo sviluppo di patologie in quanto altamente stressati. Lo stress indebolisce le difese immunitarie aumentando l’incidenza delle malattie e favorendo la proliferazione di parassitosi. Può inoltre avere effetti negativi sulle possibilità di riproduzione, andando ad inibire la sintesi di estrogeni e vitellogenina nelle femmine, e causando un calo della concentrazione di testosterone nei maschi. La condizione di cattività è di per sé uno stress, ma possiamo ridurlo al minimo fornendo agli animali, non solo tutti i classici parametri di base necessari, ma anche un ambiente ricco e diversificato, oltre che tutta una serie di stimoli naturali. Terrari ampi e più naturalistici sono raccomandati allo scopo di ridurre lo stress ed incoraggiare l’istintivo comportamento dell’animale.

Una volta convinti di questo, non basta riempire la teca di piante perché sembri una giungla; non è così semplice. Si tratta di seguire un metodo scientifico che da decenni viene utilizzato in zoo e acquari e che ha portato a indiscutibili risultati anche con specie animali che parevano impossibili da far vivere e riprodurre in cattività. Stiamo parlando dell’ARRICCHIMENTO AMBIENTALE: una tecnica applicabile nell’allevamento di rettili e anfibi secondo la quale il terrario va concepito come un pezzo di habitat naturale, in cui agli animali viene data la possibilità di sviluppare gli stessi comportamenti che avrebbero in natura. In particolare, se desideriamo allevare con successo specie non comuni ed esigenti, questa è l’unica strada da seguire. L’arricchimento ambientale risulta un metodo per assicurare il benessere degli animali in cattività, per avere esemplari meno stressati, più sani e un maggiore successo riproduttivo. Obiettivi che richiedono un’approfondita conoscenza della vita in natura della specie; non è sufficiente la sola lettura di una scheda di allevamento. Questa tecnica è in particolare applicata da molti anni nei giardini zoologici, dove oltre a fornire un ambiente naturale, c’è anche una particolare attenzione nello sviluppo sensoriale (olfattivo e visivo) e cognitivo, attraverso l’utilizzo di stimoli e tecniche molto ricercati. È in realtà qualcosa di molto complesso, che però si può, in maniera ridotta ma allo stesso tempo efficace, replicare nei nostri terrari.

Pogona vitticeps, in terrario naturalistico, Giulia Raissa Agnolon

 

Vediamo nel dettaglio alcune linee guida.

N.B. Quanto segue non esclude in nessun modo fondamentali prassi come la quarantena, la stabulazione in condizioni più sterili di esemplari baby, e tutte le precauzioni che vanno prese in base alle esigenze delle diverse specie.

  • Spazio

I terrari devono essere ampi, oltre le misure minime consigliate, con uno sviluppo ottimale in tutte e 3 le dimensioni, il che permetterà di ricreare facilmente all’interno di un unico terrario più microhabitat e diversi gradienti. Il terrario deve inoltre essere allestito a biotopo, rispecchiando quello che è l’habitat naturale della specie e non sottovalutando mai le sue abitudini (es. arboricole, piuttosto che fossorie). L’arredo deve essere composto da elementi naturali come piante, rami, rocce, substrato naturale idoneo alla specie, lettiera di foglie. Tutti questi elementi permetteranno agli animali di sentirsi sicuri, di ricavarsi dei rifugi, di infossarsi, scavare o arrampicarsi raggiungendo le postazioni più alte per controllare il territorio e, perché no, anche di essere meno statici e più attivi essendo stimolati a muoversi all’interno del terrario.

Non serve nemmeno dirlo, quando possibile e con i dovuti accorgimenti, preferire la stabulazione outdoor, che potete approfondire qui.

Terrario outdoor per Timon lepidus, di Nicola Furlan.
  • Luce e acqua

Importantissimo è il concetto di gradiente, che non deve essere applicato solo per la temperatura ma anche per tutti gli altri parametri. Vanno ricreati nel terrario dei gradienti di luce, di UV-B e di umidità: saranno gli animali a scegliere dove posizionarsi in base alle loro esigenze e preferenze del momento, invece di essere costretti ad adattarsi a delle condizioni costanti da noi imposte.

Da non sottovalutare l’importanza di fornire un fotoperiodo, rispettando anche il ritmo circadiano e i cicli stagionali della specie, indispensabili per la corretta regolazione delle funzioni metaboliche degli organismi.

Terrario naturalistico per Hypselotriton orientalis, di Giulia Raissa Agnolon
  • Dieta

La regola d’oro è sempre stata variare il più possibile la dieta; con il metodo dell’arricchimento si parla di variare anche le modalità con cui le prede vengono fornite. Fondamentale è stimolare la ricerca della preda, in particolare per specie che sono predatori attivi consentirgli di cacciare attivamente, evitando di imboccare gli animali che facilmente si impigriscono. (Ovviamente questo non significa dare topi vivi ai serpenti! Si possono però lasciare delle tracce odorose che l’animale può seguire fino a raggiungere autonomamente la preda.)

Terrario naturalistico per Zamenis situla, di Tobia Fiamma.
  • Commensali

Dove possibile, e con le dovute precauzioni, possiamo tenere gli animali in coppie o in gruppi per consentire le naturali interazioni tra conspecifici e stimolare la componente sociale. In queste condizioni potremo osservare molteplici pattern comportamentali e assistere ai particolarissimi metodi di comunicazione intraspecifica di anfibi e rettili. Questo risulta in particolar modo efficace con i sauri che spesso, senza troppi problemi, possono essere stabulati in gruppo, diversamente dai serpenti dove risulta più complicato e spesso sconsigliabile.

Inoltre, in linea con una gestione più naturale, possiamo anche creare una biocenosi, inserendo organismi detritivori e micofagi, come onischi e collemboli, che, oltre a contribuire ad una maggiore naturalità, aiutano a tenere pulito il terrario e contrastano lo sviluppo dei batteri e parassiti.

Terrario naturalistico per Geosesarma hagen, di Isacco Alberti.

Può sembrare complicato, ma è una sfida che bisogna accettare. La vera Passione, quella con la P maiuscola, ci deve portare a desiderare di ottimizzare le condizioni di vita dei nostri animali, fornendo loro il meglio che possiamo, a costo di scegliere fra un allevamento di tipo qualitativo rispetto a uno di tipo quantitativo. Ci accorgeremo che le nostre scelte di qualità saranno ampiamente ricambiate: i nostri animali ci regaleranno tante soddisfazioni e tante scoperte in più.

Terrario naturalistico per Phelsuma grandis, di Massimo Pasqualetto.

 

Fonti ed approfondimenti:
  • Lorenz K., “L’anello di Re Salomone” – Adelphi, 1967.
  • Bour J.M., “Créer les conditions du bien-etre des reptiles” – ReptilMag 62 (2016).
  • Bonetti P., “Les animaux dans le paysage. Encourager la diversité.” – ReptilMag 61 (2015).
  • Burghardt G.M., “Environmental enrichment and cognitive complexity in retpiles and amphibians: concepts, review and applications for captive pubblications” – Appl Anim Behav Sci 147 (2013).
  • Hawkins M., Willemsen M., “Environmental enrichment for amphibian and reptiles” – ASZK Reptile Enrichment Workshop 2004.
  • Wilkinson S.L., “Reptiles wellness management” – Vet Clin Exot Anim 18 (2015).

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Per onorarla, pubblicheremo ogni giorno per sette giorni, un contenuto riguardante questi importanti quanto fragili animali e i loro habitat. 
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A.P.A.E. FOR AUSTRALIA!!! 🐍🇦🇺 Come avrete A.P.A.E. FOR AUSTRALIA!!! 🐍🇦🇺 Come avrete sicuramente avuto modo di leggere nelle ultime settimane, l'Australia sta andando a fuoco e ormai si teme che il conteggio delle vittime abbia raggiunto il miliardo di animali 😞
Davanti a questo disastro, agli antipodi dell'Europa, ci si sente impotenti, la voglia di aiutare è tanta e l'unico modo è dare una mano a chi, sul campo, sta facendo di tutto per salvaguardare questi ecosistemi unici!

Essendo A.P.A.E. interessata alla tutela di tutta la fauna erpetologica, abbiamo deciso di mobilitarci e di mettere in palio 3 fantastici premi per chi parteciperà alla raccolta fondi con almeno 2€: Primo Premio: Maglia "Respect Venomous" e adesivi A.P.A.E
Secondo Premio: Maglia "Respect Venomous"
Terzo Premio: Adesivi A.P.A.E.

In tutto questo, l'associazione A.P.A.E. si impegna personalmente per donare cento volte tanto l'offerta minima! 🤝
I proventi di questo evento verranno donati all'organizzazione Aussie Ark, in prima linea per l'aiuto degli animali in questo momento di difficoltà 💪

La lotteria: 
Per partecipare all'estrazione dei nostri fantastici premi dovrete donare almeno 2€ via PayPal a apae@libero.it, mettendo come nota "Donazione Australia" e il vostro nome e cognome (solo allo scopo di rintracciare i fortunati vincitori della lotteria). Ricordate inoltre di selezionare "invia denaro ad amici e parenti" altrimenti rischiate di dover pagare delle tasse di servizio. 
Il contest inizia oggi, Sabato 11 Gennaio 2020 e finirà Sabato 25 Gennaio 2020. 
I 3 vincitori verranno estratti randomicamente tra i donanti, tramite il sito internet: https://annabet.com/it/tools/Randomizer/ 😁

È un'occasione unica per cercare di vincere un nostro gadget, ma ancor di più il concorso rappresenta il momento di agire e di aiutare chi sta attivamente cercando di salvaguardare ciò che amiamo 🐍🐸🐢🦎 Buona fortuna a tutti quanti! 😊😊😊
"Amici Serpenti" è stata una incredibile giornat "Amici Serpenti"  è stata una incredibile giornata di didattica per tutti che ha coinvolto appassionati , erpetologi , curiosi ed esperti . Ringraziamo tutti i soci per l'aiuto fondamentale, SOS Anfibii per l'interessantissimo intervento, un inchino a Matteo Di Nicola - Wildlife photography & herpetology, che ha presentato a tutti il suo nuovo libro rettili e anfibi d'Italia e a Sergio Mezzadri, che con la sua enorme passione e competenza ci ha lasciati tutti senza parole descrivendo il suo testo "Girini d'Italia". La giornata ci ha soddisfatto oltre le previsioni, siamo sicuri di avere piantato negli oltre 400 partecipanti il seme del rispetto, ed in particolare modo siamo sicuri di avere reso più consapevole un piccolo esercito di bimbi curiosi su cui noi riponiamo le speranze per il futuro di una natura in difficoltà e affanno.
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L’accesso per la sola presentazione dei libri (dalle 17:00 in poi ) è gratuito.
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