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Home  >  Approfondimenti scientifici • Schede tecniche  >  Luce rossa? No grazie!
Approfondimenti scientificiSchede tecniche

Luce rossa? No grazie!

4 Dicembre 2017

Di Giulia Raissa Agnolon

Vediamo in dettaglio perché le lampade infrared sono una fonte di illuminazione inadatta e quali danni possono arrecare ai vostri animali.

Tutto ciò che gira attorno a queste lampade è mera trovata commerciale, strategie miranti solo a farvi spendere soldi che entrano nelle casse dei grandi produttori mondiali di attrezzature per la terraristica.

A partire da come ve le presentano nella confezione con una bella foto di un camaleonte colorato, con quali scuse ve le propinano dicendovi che non danno fastidio ai rettili perché questi non vedono il colore rosso, fino al loro costo ingiustificato.

Anche il nome con cui vengono chiamate è sbagliato e appositamente fuorviante, sulle confezioni trovate scritto “infrared lamp”, ma se avete letto l’articolo riguardo l’importanza della radiazione solare saprete già che l’infrarosso è una frequenza non visibile dall’occhio umano, l’infrarosso è CALORE ed ogni lampada emana infrarossi dal momento in cui riscalda.

É giusto chiamarle semplicemente per quello che sono, ovvero lampade a luce rossa.  

Ora vedremo in dettaglio perché sono una fonte di illuminazione inadatta e quali danni possono arrecare ai vostri animali.

La lampada a luce rossa si è diffusa in terraristica molti anni fa, in particolare per essere utilizzata come fonte di riscaldamento notturno, quando ancora c’era la convinzione, a causa della mancanza di approfonditi studi erpetologici, che i rettili non vedessero il colore rosso.

L’industria della terraristica non sembra essere aggiornata sulle scoperte in campo erpetologico in quanto si è da tempo appreso che rettili e anfibi percepiscono un ampio spettro di colori compreso il rosso, quindi la luce emessa da queste lampade è in realtà ben visibile ai loro occhi e per questo risultano assolutamente inadatte sia come fonte di riscaldamento notturno, tanto più per l’illuminazione diurna.

Se ci rendiamo conto che in cattività dobbiamo replicare nel miglior modo possibile i parametri che ci sono in natura, credo che risulti automatico capire che una fonte luminosa deve avere delle lunghezze d’onda che si avvicinino il più fedelmente possibile a quelle della luce solare.

Il terrario deve essere quindi dotato di una lampada a luce bianca, che illumini in modo naturale l’ambiente il cui vive il vostro rettile senza alterare la realtà che lo circonda.

Lo stesso discorso vale per le lampade a luce blu, ideate come notturne che dovrebbero simulare la luce riflessa dalla luna. In realtà non si avvicinano minimamente all’illuminazione naturale, disturbano il riposo di rettili e anfibi diurni, come anche l’attività dei notturni.

Vi dirò di più, in natura si registra una diminuzione dell’attività dell’erpetofauna notturna nelle notti di luna piena, in quanto, in queste condizioni, c’è una maggiore esposizione ai predatori, elemento a riprova di quanto questi animali sono sensibili alla luce.

Spesso si sottovaluta che la luce non è solo correlata alla visione. Rettili e anfibi diurni possiedono un particolare organo chiamato occhio parietale, che consiste in un fotorecettore posizionato sul cranio il quale costituisce l’interruttore di una complessa rete di collegamento tra la ghiandola pineale e diverse aree del cervello.

Grazie a questo “terzo occhio”, che percepisce meticolosamente la luce, si regolano i livelli delle attività metaboliche, il ritmo circadiano e la secrezione di molteplici ormoni. Un’illuminazione inadatta compromette la funzionalità dell’organo parietale e con questa tutti i processi fisiologici ad esso associati.

Le conseguenze dell’utilizzo di uno spot rosso sono rappresentate in genere da anomalie comportamentali come disturbo del ritmo dormi-veglia, letargia e inappetenza e, derivano proprio dal fatto che il rettile risulta disorientato da questa luce innaturale.

A lungo andare può arrecare danni a livello delle normali funzioni metaboliche che utilizzano la luce ed il ritmo circadiano come regolatori, comprese quelle riproduttive.

Nessuna lampada potrà mai sostituire il sole, ma possiamo senz’altro fornire una fonte di illuminazione più adatta possibile alle necessità di rettili e anfibi.

Fonti:

  • E. Giavini, E. Menegola, “Manuale di anatomia comparata”, EdiSES 2010.
  • Poli et al. “Fisiologia Animale”, EdiSES 2014.
  • L. S. V. Roth, A. Keber, “Nocturnal colour vision in geckos”, The Royal Society Biology Letters.A.J. Sillman,
  • J.K. Carver, E.R. Loew, “The Photoreceptors and visual pigments in the retina of boid snake, the ball python (Python regius)”, The Journal of Experimental Biology 202

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