Bali & Komodo ADVENTOUR
APAE BALI AND KOMODO ADVENTOUR 2015
La prima tappa di quest’anno di APAE Adventour è stata Bali.
La scelta è ricaduta su quest’isola dell’Indonesia per la sua compattezza e per la vastità di ambienti visitabili. A Bali in pochi chilometri infatti si alternano foresta primaria, foresta secondaria, foresta di montagna, savana e mangrovieti. Alla vastità di habitat corrisponde una incredibile erpetofauna, notevole non solo a livello di numero di specie (circa 57 di rettili e 14 di anfibi, ma molte ancora da classificare), ma anche a livello di variazioni fenotipiche all’interno delle stesse specie, legata anche in parte alla “ibridazione” con locality provenienti dalle isole vicine (come ad esempio Java), la cui distanza è spesso così breve da essere compiuta dagli animali a nuoto. Tutto ciò, unito alla presenza di diverse specie alloctone oramai divenute stanziali nell’isola, come ad esempio Boiga dendrophila, rende il puzzle dell’erpetofauna balinese incredibilmente interessante e ricco di tasselli.

Il viaggio -cominciato il 1 di Agosto da Venezia e durato circa 28 ore, di cui 16 di aereo- ha previsto 3 scali e l’attraversamento di 3 differenti fusi orari. I membri del Team sono stati: Daniele Di Rosa [presidente APAE], Giorgio Costa [membro del comitato scientifico dell’Associazione] e Valentina Canova [membro della segreteria APAE].

I primi 3 giorni hanno previsto un gemellaggio con Bali Reptile Rescue, una organizzazione di salvaguardia della fauna locale molto impegnata in interventi di recupero animali da situazioni pericolose e di sensibilizzazione sul rispetto dei rettili con lezioni nelle scuole e agli agricoltori. L’affinità delle modalità di esercizio di APAE e Bali Reptile Rescue è davvero incredibile, ma con una grossissima difficoltà per la seconda, a Bali infatti spesso le specie rinvenute sono davvero mortali e sovente la gente muore per morsi di serpenti. Bali infatti è il territorio tra gli altri del Cobra reale (Ophiophagus hannah), il serpente velenoso più grande del mondo che raggiunge i 5 metri di lunghezza, in grado con un solo morso di uccidere un elefante adulto; del bungaro (Bungarus fasciatus e Bungarus candidus), un serpente semiacquatico ampiamente presente nelle risaie, fantasiosamente chiamato dai locali “two-step snake” (serpente dei due passi) per la rapidità degli effetti del suo veleno; della vipera di Russel (Daboia russelii), il serpente velenoso che causa del maggior numero di decessi al mondo. Per questo l’organizzazione è attiva 24 ore su 24 e gli interventi son sempre gratuiti. Durante questi 3 giorni sono stati compiuti dei recuperi di urgenza su chiamata, è stato spostato un Naja sputatrix (cobra sputatore) da un tempio e un Ophiophagus hannah che si avvicinava pericolosamente ad un villaggio, oltre a degli interventi di routine sugli animali in stallo (poiché malati, feriti o sequestrati) presso la sede di Bali Reptile Rescue.

Durante gli interventi abbiamo potuto constatare l’incredulità della gente nel vedere maneggiare animali da loro ritenuti dei veri e propri mostri, gente che alla fine ha addirittura familiarizzato con i “mostri” toccandoli e avvicinandosi. Dopo il dovere è stato possibile passare al piacere e dedicarsi ad un herping delle meraviglie, durante il quale, oltre a liberare gli animali degli interventi precedenti, abbiamo potuto avvistare Cryptelytrops insularis, Dendrelaphis pictus, Lycodon subcinctus, Bungarus candidus, Pareas carinatus, Boiga dendrophila, Ahaetulla prasina, Boiga cynodon, Xenochrophis piscator, Malayopython reticulatus oltre a Bronchocela jubata, Gekko gecko, Cyrtodactylus sp., Hemidactylus sp. …

La seconda tappa del viaggio è cominciata il 4° giorno tramite un volo panoramico che ci ha permesso di godere di viste mozzafiato portandoci a Flores, nell’arcipelago del Parco Nazionale di Komodo, dove abbiamo preso una barca -nella quale abbiamo soggiornato 3 giorni e 2 notti- che ci ha permesso di visitare numerose isole, tra cui le famose Rinca e Komodo. Durante trekking diurni di circa 3 ore per isola abbiamo potuto avvicinarsi al varano più grande del mondo, Varanus komodoensis -avvistando adulti e baby-; alle sue prede -cervi, maiali selvatici, bufali d’acqua-, e abbiamo esplorato a pieno i favolosi territori in cui vive. Abbiamo avvistato un cobra sputatore (Naja sputatrix) e l’incredibile vipera del bamboo (Cryptelytrops insularis) nella variante azzurra tipica di Komodo. Durante il trekking notturno abbiamo avvistato numerosi Gekko gecko, vipere del bamboo e molte civette delle palme (Paradoxurus hermaphroditus), i viverridi famosi per la produzione del caffè (parte della loro alimentazione è composta da semi di caffè, semi che i locali raccolgono digeriti dalle feci e da cui producono il caffè di Kopi Luwak, il più costoso al mondo).

Anche lo snorkeling è stato entusiasmante e ci ha permesso di avvicinarsi a numerosi pesci di barriera, razze, pesci pietra, squali e mante.

Il sesto giorno è cominciata la terza tappa del viaggio che ci ha visto tornare a Bali dove -per il restante periodo di permanenza (5 giorni per un totale di 11)- abbiamo visitato i numerosi monumenti dell’isola, per lo più rappresentati da tempi induisti, e ogni sera abbiamo compiuto dell’entusiasmante herping avvistando, oltre alle specie già viste, una coppia di Rhabdophis chrysargos in accoppiamento. Grandi assenti di questa spedizione, forse a colpa della stagione secca inoltrata che ha reso l’herping più complicato, se così si può dire, del solito, il Python molurus, abbiamo visto solo esemplari in ricovero di dimensioni ridotte e colori scintillanti (locality tipica dell’ovest di bali, mentre al nord gli esemplari sono molto grossi, sembra sia una popolazione proveniente da java a nuoto) e il Python timoriensis di Rinca, che a quanto pare rappresenta più che una locality una vera e propria sottospecie ancora da classificare.

Da questi interessanti spunti di lavoro partirà la prossima spedizione a Bali, un’ isola con una erpetofauna troppo ricca per essere analizzata in sole 2 settimane. Nel tempo trascorso abbiamo comunque fatto sentire il nostro messaggio e abbiamo, specialmente con l’aiuto di Bali Reptile Rescue, senza ombra di dubbio trasmesso a molti il senso di rispetto per degli animali che, se gestiti correttamente, non rappresentano una minaccia ma anzi una vera e propria opportunità, alle volte anche di lavoro (molti turisti infatti erano interessati all’herping) e portano solamente benefici all’agricoltura di un’ isola con grossi problemi di sovrappopolamento di ratti .


I sorrisi della gente del posto e a volte delle guide stesse, che capivano quello che cercavamo di spiegar loro –cioè che anche avendo a che fare con specie effettivamente pericolose non serve uccidere, ma basta chiamare gratuitamente persone competenti- sono il souvenir migliore che abbiamo portato a casa da questo incredibile viaggio.
Di seguito il Nostro documentario!
Vogliamo ringraziare i nostri amici del Bali Reptile Rescue per l’aiuto fornitoci per il nostro tour; cogliamo poi l’occasione per invitare tutti a fornire il massimo supporto per questa organizzazione.
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