La forma di allevamento che più ricalca quanto avviene in Natura. Purtroppo non è sufficiente recintare un pezzo di giardino, ma bisogna adoperarsi per rendere l’habitat adatto alle caratteristiche della specie che si andranno ad allevare. Indispensabile inoltre che sia a prova di fuga e protetta da predatori.

Fattori da prendere in considerazione in fase di progettazione
I vari requisiti che devono essere soddisfatti sono esposti di seguito. Vengono qui riportate alcune tecniche costruttive che sono risultate efficaci, ma non sono di certo le uniche. Sul web si possono trovare anche ulteriori spunti altrettanto buoni. Abbiate però il buonsenso di prendere spunto solamente da idee comprovate, evidenziate dal successo costante in allevamento. Inoltre si ricorda che anche all’interno di un paese relativamente piccolo come l’Italia uno stesso setup outdoor potrebbe avere grande successo in una determinata regione e non funzionare affatto in un’altra; lo stesso si può dire per le diverse specie adattabili a una sistemazione outdoor.
Orientamento
Tutti i rettili hanno bisogno di un sito che possa offrire un’esposizione soleggiata per gran parte della giornata, al fine di poter effettuare basking e riuscire così a mantenere la temperatura corporea all’interno di valori ben definiti. Per questo motivo è buona norma posizionare la struttura a sud, magari a ridosso di una parete (muro, abitazione) in maniera da garantire un’esposizione ai raggi solari per la maggior parte delle ore di luce, e garantire anche una certa protezione dagli agenti atmosferici. Durante la bella stagione gli animali sfrutteranno zone diverse del loro alloggio durante la giornata, preferendo pendenze rivolte ad est il mattino o a ovest nel pomeriggio. Come naturale conseguenza l’orientamento preferito è su una direttrice est-ovest è preferito, idealmente con una pendenza rivolta verso sud.
L’orientazione ideale è rivolta a SUD, con una leggera inclinazione tale da far defluire l’acqua
Scelta della struttura
La scelta più comoda e diffusa è sicuramente data da bins di plastica per prodotti ortofrutticoli opportunamente modificati, ma non è sicuramente la scelta ottimale. Essendo fornito di piedi che lo tengono sollevato dal terreno, d’estate questo si scalda molto e irraggia il bins che lo sovrasta; altresì d’inverno, l’animale istintivamente scaverà per trovar riparo dal gelo; essendoci però spazio vuoto -quindi aria a temperatura esterna fredda- tra il fondo del bins e il pavimento sottostante, l’animale potrebbe non riuscire a trovare sufficiente riparo. La scelta migliore consiste sicuramente in un recinto realizzato su terra, delimitato da lastre –che siano metalliche o in materiale plastico- o opere in muratura.

Misure
Devono essere ben maggiori delle dimensioni minime consigliate per l’allevamento indoor ed è consigliato non scendere sotto il doppio. Questo perché se le condizioni nel terrario indoor sono stabili e monitorate, lo stesso non si può dire dell’ambiente esterno: nell’arco dell’anno si può passare dai 35°C estivi ai -5°C invernali. E’ quindi necessario fornire abbondante spazio in modo che l’animale abbia la possibilità di trovare rifugio/scavarsi una tana/termoregolarsi a dovere.
Drenaggio
La stragrande maggioranza dei rettili preferisce un habitat ben drenato, soprattutto se si considerano specie legate ad ambienti xerici, come Timon e varie Lacerta, per le quali un’eccessiva umidità porterebbe a patologie anche gravi. Le persone che vivono in zone caratterizzate da un terreno sabbioso non avranno bisogno di preoccuparsi ulteriormente su questo punto. Diversamente però, e mi riferisco specialmente alla pianura padana, molto argillosa essendo costituita da depositi alluvionali del fiume Po, si rischia di avere ristagni d’acqua, molto pericolosi per la salute del rettile. Se si ritiene che il terreno su cui verrà costruito il vivarium sia troppo argilloso, è bene aggiungere sabbia e torba per renderlo più permeabile, per una profondità di almeno una 30ina di cm. Questo drenaggio assicura che le precipitazioni possano defluire agevolmente e permette agli animali di trovar rifugio alle temperature più estreme scavandosi delle tane senza grosse difficoltà.

A prova di fuga
È essenziale che la parete stessa si estenda sotto terra abbastanza in profondità per evitare che gli animali possano uscire scavando. Nonostante molti piccoli sauri siano scavatori relativamente pigri, è importante non sottovalutare le capacità di fuga di tali animali. Di conseguenza la costruzione di un vivaio all’aperto dovrà iniziare con lo scavo di una trincea perimetrale di almeno 45 cm di profondità (comunque non inferiore alla lunghezza totale dell’animale, se di taglia medio-grossa) con circa 15 cm di cemento o terra argillosa ben impaccata sul fondo. E’ da questo fondo compatto che partirà la costruzione delle pareti, che siano in mattoni o lastre di materiale plastico.
Per ultimo, ma non per questo meno importante, andremo brevemente ad analizzare il lato superiore. Generalmente, il vivarium è delimitato da pareti costruite in un materiale non scalabile, con in sommità un’inclinazione verso l’interno per scongiurare ogni possibilità di fuga. Quando successivamente si andrà ad arredare la struttura, ci si deve assicurare che né le piante, né l’arredamento siano abbastanza vicine o abbastanza alte per consentire agli animali di saltare aldilà del muro perimetrale. Da qui segue che è molto più pratico coprire anche il lato superiore con una rete in modo da scongiurare ogni pericolo di fuga e predazione.

Difesa dai predatori
Non solo i rapaci, ma anche altri insospettabili uccelli possono diventare potenziali predatori, ad esempio aironi, gazze e cornacchie. Roditori e mustelidi sono in genere notturni, ma hanno comunque la capacità di infilarsi nei passaggi più angusti; la presenza di tutti questi possibili predatori va quindi presa in considerazione in fase di realizzazione dell’opera. I vivari outdoor sono quasi sempre realizzati in aree abitate, quindi la presenza di gatti e cani domestici è quella che desta più preoccupazioni. I gatti in particolari sono predatori abili e calcolatori, che non avendo timore dell’uomo cercheranno in tutti i modi di arrivare alla preda cercando un punto debole nella struttura.
I fattori appena citati rendono indispensabile una protezione del terrario anche nel lato superiore. Per piccoli vivarium sarà sufficiente un telaio che andrà a poggiare sul perimetro delle pareti, mentre per strutture di dimensioni maggiori sarà necessario ricoprire tutto il lato superiore in rete, e provvedere in altro modo a delle aperture per poter accedere all’interno della struttura. Nel caso il recinto abbia grosse dimensioni conviene suddividere il coperchio in più settori apribili separatamente, oppure dove parte sono fissi e parte apribili.
E’ necessario assicurarsi inoltre che l’arredamento interno non sia sufficientemente elevato per consentire agli animali di raggiungere la rete superiore e utilizzare questa come via di fuga. Per scongiurare questo pericolo si sceglierà la rete in funzione alle dimensioni dell’animale allevato all’interno. Indicativamente per piccoli lacertidi si userà una rete elettrosaldata zincata con maglia 4 mm; per sauri di medie dimensioni potrà bastare una maglia da 10mm; per grossi sauri quali tegu si opterà per una più robusta rete in ferro da armatura con maglie da 100mm.

Il pericolo può però arrivare anche da sotto, rappresentato ad esempio da talpe, topi e ratti che possono entrare scavando e, d’inverno, attaccare gli animali in letargo. Interrare le pareti di 50cm circa dovrebbe scongiurare questo pericolo, poiché questi animali non scavano cunicoli a tali profondità; in ogni caso se la zona da destinarsi al vivarium è abitualmente frequentato da talpe è consigliabile porre sul fondo, a non meno di 35/40cm di profondità –andrà poi ricoperto il tutto con la terra rimossa precedentemente- una robusta rete con maglie di dimensione non superiore ai 2cm, per scongiurare ogni accesso anche dal basso.
Arredamento del paesaggio
Questo dipende moltissimo dalla specie che si vuole allevare; quelle che seguiranno non saranno quindi che indicazioni di massima. Indispensabile per gli anfibi, anche per molti sauri uno stagno può essere utile come fonte di acqua nella stagione secca. Un’idea potrebbe essere quella di modellare l’interno in modo da avere 3 pendii leggermente inclinati che degradano verso una pozza d’acqua posta a sud.
La vegetazione avrà sia scopo estetico che funzionale, in quanto dovrà fornire adeguate zone d’ombra nel periodo estivo. Si potrà optare per piante appartenenti all’ambiente originario dell’animale in questione, prediligendo le piante da frutto, che poi possono anche costituire una fonte di nutrimento, ma anche semplicemente robuste piante della macchia mediterranea.
Si potranno poi aggiungere anche mattoni cavi o lastre di pietra che verranno utilizzate dagli animali sia come rifugi che come zone di basking. Il tutto va opportunamente fissato o reso stabile in maniera da evitare crolli.

Hibernaculum
Un Hibernaculum è un luogo dove gli animali possono effettuare il letargo senza la (nostra) preoccupazione di congelarsi, ma anche per ripararsi dai caldi delle estati più torride. Anche qui dipende tutto dall’animale in questione: molti animali preferiranno scavare da se la propria tana, mentre altri preferiscono che sia già pronta, ad esempio perché in natura avrebbe sfruttato le tane di roditori. Durante la fase di costruzione dell’intero vivarium può essere una buona idea costruire un semplice riparo di mattoni rivestiti internamente sui lati superiore e con polistirolo espanso ricoperto da più mani di colla per piastrelle. Può essere posato un tubo di scarico per fornire un accesso più riparato all’hibernaculum, la cui estremità che emerge per consentirne l’accesso verrà nascosta nella fase di arredamento. Va ricordato che gli animali devono essere in grado di salire agevolmente nel tubo di accesso; ottimi i tubi corrugati per il passaggio dei cavi elettrici all’interno dei muri.
Rappresentazione semplificata dell’hibernaculumUn’alternativa può essere data da scatole di polistirolo spesse 4/5 cm, di quelle vendute assieme a roditori congelati o utilizzate per il trasporto dei pesci. Ottime per il loro potere isolante e la robustezza. Anche queste è importante vengano rivestite da almeno 2/3 mani di colla per piastrelle, in modo da creare un guscio robusto che non venga intaccato dalle tarme della farina e dagli animali stessi. E’ bene utilizzare una scatola munita di coperchio, in modo da poter agevolmente controllare gli animali, ma che sia priva del fondo. Questo per quanto detto fin’ora: con temperature troppo rigide l’animale cercherà riparo scavando più a fondo, dove la temperatura del suolo è maggiore.
Molto importante fare in modo che non possa piovere dentro il rifugio per scongiurare l’insorgere di malattie respiratorie dovute all’umidità troppo elevata.
D’inverno l’hybernacumum andrà riempito di foglie e paglia secca che hanno un discreto potere isolante. Valutare se conviene coprire con un telo in nylon l’intera struttura nei mesi invernali, solitamente più piovosi.
Per sicurezza si può decidere di posizionare anche un cavetto da 15 w termostatato a 4ºC, tanto per scongiurare ogni pericolo di congelamento in caso di freddi eccezionali.
Estetica
Infine, anche se non collegato direttamente al benessere degli animali allevati, è necessario tenere presente che altre persone potrebbero non condividere la nostra passione riguardo l’allevamento outdoor o, molto semplicemente, non apprezzare strutture male organizzate in giardino. Ovviamente potrebbe essere saggio considerare questo in fase di progettazione. Quindi facciamo in modo da rendere i nostri vivarium non solo pratici, ma anche esteticamente belli!


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