A cura di Giulia Raissa Agnolon
L’ultimo capitolo della trilogia tratta le più frequenti patologie nutrizionali a cui possono andare incontro i nostri animali se gli forniamo un errato regime alimentare.
- Ipo-vitaminosi D e ipo-calcemia
Cause della nota MOM (malattia osseo metabolica), dovuta ad una dieta povera di calcio e con uno sbilanciato rapporto tra calcio e fosforo (eccesso di fosforo), inoltre associata ad una insufficiente esposizione agli UVB. Può sovvenire anche in serpenti e rettili carnivori se alimentati con muscoli (es. petto/cosce di pollo) invece che con prede intere, oppure alimentati troppo a lungo con neonati di roditori e pulcini di pochi giorni, che a loro volta presentano poco calcio nello scheletro.
Una deficienza di calcio provoca l’entrata in azione dell’ormone paratiroideo che attiva il prelievo del calcio dalle ossa per mantenerne il giusto livello nel sangue. Ne consegue un processo di demineralizzazione delle ossa che porta a fratture e deformazioni. Anche l’apparato muscolare e il sistema nervoso ne sono intaccati (il calcio è uno dei più importanti neurotrasmettitori) e sono infatti frequenti anomalie nella deambulazione, tremori e spasmi muscolari. È correlata anche una maggiore incidenza di prolassi intestinali o cloacali.
- Ipo-vitaminosi A
Condizione rinvenuta primariamente in cheloni, ma a cui ogni rettile è suscettibile. La deficienza di vitamina A può insorgere a causa di una dieta sbilanciata nel tenore vitaminico dovuta ad alimenti poco nutrienti. Caso eclatante è quello delle testuggini acquatiche alimentate a gamberetti secchi, lattuga e pellettati, ma si è rinvenuta di frequente anche nei camaleonti a cui vengono forniti insetti a loro volta poco alimentati (vedi gut-loading) e conseguentemente carenti nell’apporto vitaminico.
Le principali conseguenze sono metaplasia squamosa multifocale e ipercheratosi epiteliale, per cui l’epitelio di diversi sistemi viene intaccato: oculare (maggiormente colpito), endocrino, gastrointestinale, genito-urinario. Compaiono necrosi e viene compromessa la funzione di barriera protettiva della cute, che quindi diventa secondariamente suscettibile a infezioni batteriche. In particolare nei cheloni succede che le ghiandole oftalamiche, a causa dell’infezione, si espandono verso l’esterno portando alla tipica palpebra gonfia e chiusa.
- Iper-vitaminosi A
La vitamina A ha dimostrato di avere effetti tossici legati alla sua caratteristica biochimica di essere liposolubile, che ne comporta la mancata escrezione di un eventuale eccesso, ma altresì l’accumulo nel fegato. Nei cheloni questa specifica forma di ipervitaminosi si manifesta principalmente con danni all’epidermide che si sfalda (xeroderma), oltre alla comparsa di eritemi e lesioni.
Attenzione dunque agli integratori vitaminici! Premuriamoci di usare quelli fondamentali (calcio e vitamina D3) ma valutiamo attentamente l’effettiva necessità di utilizzarne altri, considerando soprattutto che un’alimentazione adeguata e varia dovrebbe già fornire ai nostri animali tutto il necessario in termini nutrizionali. Nel caso in cui si renda invece necessario un apporto supplementare è buona norma sentire il parere del nostro veterinario di fiducia (che sarà specializzato in animali esotici) e che ci darà le giuste indicazioni sui dosaggi dell’integrazione idonei alla specie e alle eventuali peculiarità dell’esemplare.
- Ipo-vitaminosi B1 ed E
Sono soprattutto rettili acquatici carnivori ad essere colpiti da questo tipo di deficienze vitaminiche causate, rispettivamente, da alti livelli di tiaminasi (enzima degradante la vitamina B1) e da alti livelli di acidi grassi polinsaturi presenti nel pesce con cui vengono alimentati. È per queste specie importante assicurarsi che il pesce sia relativamente fresco (non congelato da molti mesi) ma soprattutto scegliere di fornire una buona varietà di pesci tra quelli idonei (vedi articolo “La scelta degli alimenti”) ed evitare pesci grassi.
Sintomi della ipo-vitaminosi B1 possono essere: atassia, tremori muscolari, cecità e bradicardia. Mentre la carenza di vitamina E si manifesta con anoressia, dolorosi rigonfiamenti cutanei e steatiti.
- Gotta
Consiste nella deposizione di urati nelle viscere e a livello delle articolazioni causata da un inappropriato apporto proteico, associato ad una condizione di disidratazione. Tutti i rettili necessitano di proteine, ma non tutte le proteine sono uguali, e come illustrato nel primo articolo (vedi “Biologia della nutrizione”) ogni specie animale è fisiologicamente adattata ad utilizzare efficientemente determinate tipologie di proteine e non altre. Se alimentiamo i nostri rettili con la fonte proteica sbagliata possiamo causargli deficienze in amminoacidi essenziali o eccessi di proteine non facilmente assimilabili. Potrebbe essere il caso di rettili insettivori alimentati a roditori.
Le proteine ingerite vengono poi assimilate dall’organismo e gli scarti vengono espulsi sotto forma di acido urico nei rettili. Quando aumenta la concentrazione di acido urico o di sali di urato nel sangue (iperuricemia), questi si cristallizzano formando dei precipitati che si depositano in diversi tessuti del corpo causando la gotta, una condizione molto dolorosa.
- Obesità
L’obesità comporta nei rettili gli stessi problemi di salute che comporta nell’uomo: ha molteplici effetti negativi sull’organismo che concorrono ad una complessiva riduzione delle aspettative di vita. Per evitare che i nostri animali diventino obesi è importante calibrare bene la dieta, non fornire più cibo del necessario, ricordarsi di rispettare i giorni di digiuno (nessun rettile deve mangiare tutti i giorni), fornire i cibi adeguati ed evitare in particolare quelli ricchi di grassi e poveri di nutrienti. Infine, come per noi, anche il movimento è importante, motivo per cui dovremmo cercare di stimolare maggiormente l’attività dei nostri animali, fornendogli spazi ampi e stimoli.
- Piramidalizzazione del carapace delle testuggini
Deformazione, che possiamo vedere di frequente, anche se più o meno accentuata, causata da una crescita eccesiva degli scuti che prendono una forma a piramide. La piramidalizzazione è un disordine della crescita, principalmente dovuto alla sovralimentazione e/o ad una dieta sbilanciata nell’apporto nutritivo, anche se molti autori la considerano una problematica di origine multifattoriale, dovuta quindi a errori nel mantenimento generale. Una giovane testuggine che cresce con una dieta ricca di fibre e a basso contenuto calorico, tenuta all’aperto con accesso quotidiano alle piante spontanee, al sole, e ai giusti parametri in termini di temperatura ed umidità, ha una bassa probabilità di sviluppare la piramidalizzazione.
Fonti:
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Mader D., Divers S., 2005. Reptile Medicine and Surgery. Ed. Elsevier
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Noel V., 2017. L’alimentation des reptiles. ReptilMag – Les manuels. Ed. Animalia
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